meditazione in movimento,
come fosse uno sport o avesse un senso darle un nome, lo faccio per rendere semplice la via al filo écru che ciascuno ha in tasca, il rosso non è il tuo colore se non hai i miei occhi e guardarci dentro non ti servirò a capirli, sfogati urlando dentro, colpisci piano non badando ai rumori, trova il tuo suono e insegna lasciandoli vincere, se hanno bisogno di un nemico non hanno capito a cosa servono, ringraziali.
lascia indietro ciò che pensi possa servirti e affidatici, il gioco sembra facile, trattalo con sufficienza e vedrai la sua rabbia nel sentirsi preso in giro.non si gioca a tennis coi guanti e nemmeno coi limoni ma se colpisci a tempo rispondere è quasi impossibile.
riprovandoci imparerai a sbagliare senza farlo apposta e capirai gli errori degli altri.
ascolta ciò che senti taci e parla con la mente, la paura non serve, si lascia fuori dal campo, alla fine è un gioco e vince chi non se la prende.
dimentica, salda in loro i ricordi che ti hanno segnato facendoti crescere.
risultato iniziale di una consapevolezza eterna estesa ma inspiegabilmente terrorizzata dal tuo risveglio. è l'indizio che hai ragione.
memorie impossibili ed eterne ti guidano senza motivo, volubili come il vento e il peso, mettendo in dubbio tutto, puoi dubitare.
non avere dubbi è possibile solo avendo tempo, la sua mancanza è solo nelle mani di chi non sa cos'è veramente, guarda in alto e chiediti dov'è veramente la luce