mercoledì 23 aprile 2008

aibilìvinabiganusdatmeidasol

allora..
è un bel casino..
13 giorni di ritardo, sarà maschio o femmina?
non sono andato a vedere il panda gigante, ma in compenso ho visto una città che non avevo messo in conto, Coyasan, che significa signor Coya, proprio vicino a Coyashita, che significa Coya al passato, indipendentemente dal fatto che sia un aggettivo, verbo, avverbio o, come in questo caso, una città..

Kyoto non era come me l'aspettavo..
Nara è come mi aspettavo Kyoto e Coyasan è un cimitero, e non è una metafora, è veramente un enorme cimitero..

allora, finito il lavoro: Olly è tornato, a sorpresa, e abbiamo deciso d'andare a Kyoto, senza prenotare nulla, infatti quando siamo arrivati non c'era posto da nessuna parte, abbiamo infine trovato un ostello col coprifuoco alle 22.30 e la sveglia alle 6, vicino ad un bel ruscelletto, girando a caso alla fine Kyoto risulta simile a Tokyo, solo che le case sono un po' più basse ed è un po' più strafatta di templi.
c'è un megacomplesso molto carino e poi il palazzo reale, dove ho visto un antichissimo gioco rivangato per non so quale occasione, erano tizi vestiti in modo tradizionale che palleggiavano tra loro..
praticamente giocavano agli 11.. ma erano goffi nei loro voluminosi vestiti e quindi risultavano divertenti, la palla poi era sgonfia, ma credo fosse fatto apposta..
boh, ho fatto un filmato, ma non so quando lo uploderò.




il palazzo reale era carino, ma meglio il giardino zen, wow, sassolini che circondano dei sassoni, cosa vuoi di più dalla vita!?

ho visto il palazzo d'oro, che mi aspettavo più grande, poi un palazzo molto in alto sorretto da travi storte, e finalmente uno di quei bambù cavi, ta---Pa.........ta---Pa.....



figata, volevo prendere il tè lì vicino, ma non c'era il menù esposto coi prezzi, brutto segno..

la sera siamo usciti, ed abiamo beccato una bellissima festa per l'anami, che sarebbe il guardare i fiori, ma quì significa gente sbronza e urlante, bellissima atmosfera, mi sembrava d'essere ad una festa di paese, quando vengono anche quelli dai paesi vicini per vederla, bancarelle e chiasso.

kyoto
fascista
nara
renne
coya
cimitero

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questo era come avevo intenzione di scrivere il post tipo un mese fa.
solo che nel frattempo ho fatto molto altro.

vale il discorso fino alla serata dell'anami, poi avvenne ciò.
in quella festa, che mi sembrava più una feta stile sopracornola piuttosto che una importante ricorrenza della ex capitale giapponese: bancarelle, bambini, saltimbanchi, mele caramellate e finalmente un chioschetto che vendeva i pesci arrostiti sul fuoco, tipo Sampei, mentre mangiavamo la nostra doppia razione di pesce salatissimo il vecchietto iniziò a fare il simpatico, chiedendoci da dove venivamo eccetara, alla scoperta della nostra genuina italianità esplose di felicità asserendo che eravamo great e che noi, loro e i teteschi siamo tutti amici.
inizialmente credevo avesse infilato dentro a caso un altro popolo giusto per avallare la sua tesi d'amicizia comune, in modo da farci comprare altro costoso pesce, ma poi realizzai, grazie alle sue freccatine sulla guerra iniziai a capire chi avevo davani, un nostalgico nazi-fasci-nazionalista, di quelli che quando c'era lui almeno i treni arrivavano in orario.
continuava sulla sua tesi che eravamo tutti great e amici, invece tutti gli americani sono degli stronzi, precisando che lui se avesse avuto davanti Obama o Hillary avrebbe fatto PAM, uno perchè nero, ma non nell'abito, l'altra perchè donna, quindi non adatta ad alcun ruolo diverso della serva in cucina e a letto.
felici di questa nuova conoscenza lo informammo che dovevamo andarcene subito perchè avevo della neve in tasca che si stava scogliendo, grazie di tutto e arrivederci. anzi, sayonara. hail.


ciò accadde a Kyoto 京都, davanti ai nostri occhi increduli e a centinaia di giapponesi urlanti per il sake bevuto..

tornando in ostello, dopo un bel bagno nella sua terma privata, tutti a nanna.
il giorno dopo palazzo reale.
eravamo arrivati il pomeriggio prima, quindi avevamo visto solo il palazzo sulle palafitte, che sovrasta tutta kyoto, sul quale c'è un proverbio, quando qualcosa è molto difficile si dice: è come saltare dal palazzo di Kyoto sorretto da lunghi pali, storti, solo che ne dicono il nome, il quale io ignoro.

palazzo reale dicevo, molto grande, molto bello, molto chiuso.

il giardino per fortuna era accessibile, accessibile nel senso che c'era una fila di giapponesi molto lenta che ne attraversava l'interno, non potevi uscire dalla fila, ma c'erano spazi in cui si spezzava, in uno di questi ho trovato ciò che poi ho registrato, questo:

gente che gioca agli undici, in abiti tradizionali, e con un pallone sgonfio, che onore vederli dal vivo.
boh.
sembravano tutti felici d'assistervi..

dopo il giardino, un bel cha verde, tè.
amaro, ma accompagnato da dolcetti, disgustosi.
vabbè.

dopo questo si va al palazzo d'oro, del quale conservo un simpatico tagliaunghie e una campanellina.

poi siamo andati nel quartiere vecchio, che è come mi aspettavo Kyoto, piccolo, quadrante, silenzioso, a parte il monaco-culturista che ha attaccato bottone chiedendoci se volevamo assistere ad una seduta di meditazione per turisti(leggasi: costosissima ora nella quale stare scomodamente seduti), a parte lui dicevo, un posto perfetto.

dopo poco iniziò a piovigginare, che diventò pioggia, che diventò temporale che divenne iradidio in brevissimo tempo, bagati e senza ombrello ci rifugiammo sotto la tenda di un negozio di dolciumi, lì vidi un'immagine bellissima, in mezzo a secchiate d'acqua, con gente che correva da tutte le parti, nemmeno l'ombrello ti riparava perfettamente dalla pioggia, vidi un ragazzo in bicicletta, che pedalava, seraficamente, la cosa strana è che sembrava asciutto, pedalava, sott'acqua, sorridendo ai pesci, passò come un budda, lasciandomi u po' così..
decidemmo quindi d'entrare nel negozio di dolci, scoprimmo che avevano dolci veri!
la padrona era vedova di un italiano pasticcere, manco a dirlo, quindi le sue costose torte di cioccolato erano anche buone!

rinvigoriti dal cioccolato e crema, ripartimmo, con un ombrello scassatissimo regalatoci dalla pasticciera, al primo combini Olly ne comprò uno tutto suo, per fortuna, ma ormai il danno era fatto, parte sinistra del corpo fradicia, il resto anche perchè c'era un'umidità pazzesca.
arrivati nella via più cool io volli andare a mangiare sushi nel locale più famoso, secondo la guida, strapieno, aspettiamo un po' e poi riusciamo a sederci, lì faccio il record, fino ad oggi, 27 piattini. modestamente.
migliaia di en che torneranno alla terra presto, più felici e lasciandomi un caro ricordo pescioso, oltre che un fortissimo odore sulle dita, affatto sgradevole, quasi onirico..

in ostello, come sempre sveglia alle 6, svegliati da un annuncio in una lingua odiosamente rumorosa.

si parte per Nara, il paese delle renne, anche se la neve non c'entra nulla, nè babbo natale, a parte il sottoscritto.
arrivati a Nara, ho convinto Olly, ui c'era già stato, ma volevo vedere le renne, il budda più grande del mondo e il foro nella colonna che rende illuminati.
arrivati dicevo, incontriamo una coppia di italiani, che schiviamo subito, e ci aggiriamo per la città, Olly fa da guida, avendola già vista, e aggiungiamo nuove mete, Nara è una cittadina giapponese normale, se non fosse per le renne, renne a profusione, ovunque, centinaia di migliaia, nei parchi, per strada, davanti ai templi, sono sacre? sono alieni? stanno cospirando contro i naresi?
non lo so, ma nessuno sembra preoccupato..
le corna delle renne sono mobride.. non credevo..
cono anche un po' pelose, e calde..
e gli da fastidio se le tocchi, il che lo rende divertente, fino a quando non si arrabbiano in massa, cosa che però non hanno fatto..

è un paese strano, credo..
nel senso che vendono il cibo per le renne un po' ovunque, biscotti, costosi biscotti per renne.. sanno di ostia.. o almeno sanno del ricordo che attribuisco alle ostie.
apprezzano anche biscotti normali, buoni anche per me, tipo cialda.
dicevo, vendono i biscotti per loro, assieme alle loro pelli..
e corna, e aggeggi fatti con pezzi di renna, ora corna, ora osso, ora pelle..

lì Olly ha comprato due spade e io ho trovato questa


abbiamo visto dei templi che lui aveva già visto e l'ospedale delle renne, un posto tipo ippodromo di san siro, strafatto di renne, che a mio parere stavano bene, trovo incredibile quante renne abbia questa città..
come fanno a nutrirle tutte?
poi che mangiano le renne, a parte i biscotti dei turisti?

domande alle quali non credo troverò mai risposta.



non scrivendo da un po', nessuno si aspetterà questo post.
quindi regalo a chi commenta per primo tutto il mio affetto e la mia comprensione, oltre che un soggiorno gratuito nella mia futura casa di Tokyo..

ha vinto mio cugino..

ora il resto delle mie avventure:
ora sono ad amsterdam, e sto scrivendo con una tastiera sulla quale la g e la lettera prima dell´al§abeto non §unzionano, perché é tedesca e rotta..
ma prima il resto delle avventure japponesi, anzi, §acciamo cosí se volete scrivo il resto, se no non lo scrivo, §ate vobis.
commentate.
ora il nuovo post su amsterdam

giovedì 10 aprile 2008

libero dal lavoro finalmente, ora, forte dei mie 222.000 Y, vado a vedere un paio di città, Kyoto e Nara nello specifico, ma andiamo con ordine.
in questi giorni ho visto ciò che mi mancava da vedere a Tokyo, o almeno il vedibile, perchè l'aggetivo migliore che può descrivere questa città è uno solo, disarmante.
non vedrò mai tutta Tokyo, nessuno la vedrà mai, è impossibile, ogni piazza o incrocio ha almeno 3-4 palazzi da 8 piani, tutti simili nello stile, eppure tutti diversi, negozi impilati uno sull'altro, palazzi di ristoranti, tutti diversi, vie specifiche per un prodotto, negozi che vendono solo una cosa, tipo negozi di bacchette o negozzi che vendono solo racchette da tennis, vuoi le scarpe? terzo piano, vuoi le maglie? interrato 1.
ma al 2 piano potrebbe esserci una piscina, o un universo parallelo, per quanto mi riguarda, ma questo non esplica la mia affermazione sul vedere Tokyo.
è impossibile vederla perchè il giorno dopo i piani potrebbero vendere tutt'altro, o essere diventati uffici, scuole, palestre, o potrebbero aver abbattuto il palazzo per fare un ottovolante.

da quando sono quì ho visto un casino di cose cambiare completamente, quando stavo ad Asakusa rifacevano il quartiere, dopo 3 settimane era tutto diverso.
da quanto sono quì hanno chiuso 3 supermercati, per riaprirli mischiati, poi è apparso un palazzo e ne è sparito un altro, sono sorti pali della luce e hanno rifatto l'asfalto 3 volte, è anche apparsa una costruzione che non so a che serva, sembra l'uscita di una metrò, ma non ci sono metrò lì, o almeno che io sappia..
a Roppongi è anche peggio.

è disarmante, non vedrò mai tutto, se non i templi, ma quelli li ho visti, alla fine non sono ancora andato a vedere il panda gigante però, ci andrò il 15, perchè dobbiamo tornare per l'ispezione e quindi staremo a Tokyo per l'ultimo giorno, dormendo nella stanza dell'altro italiano.

mi sono dimenticato di dire che una delle prime sere che eravamo in questa casa io volevo andare a vedre il mercato del sushi, ma prima che aprisse la metrò, quinid volevo andarci a piedi, Olly non aveva voglia, quindi mi sono incamminato da solo verso mezzanotte, dopo 3 ore di cammino la strada è finita, una strada abbastanza grossa, che in teoria avrebbe dovuto portarmi a Shinjuku, da lì ne avrèi presa un altra per arrivare al molo, ma purtroppo non avevo ancora compreso il vero significato delle mappe casuale che si trovano in giro, quindi andài a nord invece che a sud, finendo alla fine nord di Tokyo, non avevo voglia di farmi altre tre ore per tornare a casa, decisi quindi di sfoderare il pollice, mi misi sul lato della strada, aspettai che finissero i taxi e appena vidi una macchina iniziai la mia avventura, si fermò subito il primo.
era afgano giapponese.
coi capelli alla moicana, rasati tranne il coppino, e per fortuna parlava inglese, parlando del più e del meno mi disse che odiava il giappone per la politica del, tutti devono lavorare, perchè se non c'è niente da fare, rifanno le strade e ci mettono gli omini con le mazze lucenti a dirti di andare dritto, è uno spreco totale, e in effetti ha ragione, ma da quì a dire d'ammirare i terroristi, un po' ci passa. comunque mi ha portato fino a Shinjuku, dalla parte apposta della città, chiedendomi d'aspettarlo mentre cercava un posto, naturalmente me ne andài subito, ma non sembrava arrabbiato quando mi ha rivisto settimana scorsa, gli erano cresciuti i capelli e sembrava meno sconvolto, ha detto sarebbe venuto a trovarmi al locale ma, troppo tardi, me ne sono andato.

sabato 29 marzo ho lavorato 18 ore, avevo sentito qualche giorno prima uno che cercava camerieri per una festa in un winebar italiano, la paga era 900Y l'ora, meno che come buttafuori, ma ho accettato, alla fine mi ha pagato 1200Y l'ora, più 600Y per la metrò, ottima come cosa, quando torno vado molto probabilmente a lavorare lì, anche perchè così sono in regola e riesco anche a studiare, lavorando 5 ore al giorno.
poi se trovo lavoro come insegnante anche meglio, in questi giorni in metrò c'è la pubblicità di una scuola che insegna lingue, e insegnano anche italiano, c'è un quiz sulla pasta alla carbonara, in giapponese però, tutto l'italiano che sfoggiano è il: "vi siete divertiti? vi vediamo." alla fine..

poi negli ultimi giorni, visto che non c'è un cavolo di nessuno, tranne il fine settimana, al locale, la cameriera filippina ha iniziato a parlarmi della sua vita, di sua figlia, del padre, della filippinia eccetera eccetera, siamo andati a mangiare anche assieme in un ristorante che non capisco come faccia a sopravvivere, come tutti poi.. era all'ultimo piano di uno di quei palazzi di ristoranti, nella mansarda, tre "tavoli", e non c'era nessuno a parte noi, boh..
buono il pesce arrosto e il riso, la zuppa niente di chè.
il tutto perchè volevo mangiare il balòt, un uovo cotto nella terra molto buono a detta della filippina, che si chiama Jovi, ma che lei pronuncia Joby.

ho fatto amicizia anche con Giuseppe, l'altro italiano della casa, siamo andati a mangiare un paio di volte assieme, lo sciabu sciabu non è nulla di chè, e il vietnamita nemmeno..

domenica scorsa volevo ripetere la mia esperienza da autostoppista, ma un po' più seriamente, volevo fare Tokyo-Himeji, una 2 giorni per vederne il castello, appena finito il lavoro sono andato in un negozio per comprare uno zaino un po' serio, ma era chiuso, senza gli orari, quindi ho preferito andarmene, sono andato fino a Yokohama in metrò, e lì ho iniziato, in una posizione non proprio perfetta per la verità, ma speravo di beccare qualcuno, col mio bel cartello, si è fermata solo la gente a piedi a dirmi che era troppo lontano, in effetti sono più o meno 500Km, ma che cavolo, non si è fermato nessuno, sono tornato a casa sbeffeggiato dal dio degli autostoppisti, arrivato a casa mi sono accorto d'essere malato..
quindi ho passato il resto del tempo, fino al lunedì alle 8, nel letto sotto effetto della tachipirina a sudare..
non ho mai sudato così tanto, continuavo a bere senza dover andare in bagno, mi sono completamente purificato, di sicuro, ma che palle..

e ora Kyoto.
non scriverò più fino al 15, ma poi avrò sicuramente molte foto da mettere sù..
ciao

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