ad Osaka, durante l'hanami, ho vinto 2 incontri di sumo e ne ho perso 1. accidenti.
a mia discolpa posso solo dire che era più alto e grosso di me.
e che lui non aveva la cintura.
ma andiamo in ordine cronologico, ho comprato la nuova macchina fotografica.
uguale alla vecchia ma 14.2mpx, son soddisfatto.
in più c'è forse un modo per farmi scalare le tasse giapponesi sulla spesa, che sono del 5 %, meglio di niente!
è stato un po' un parto avere la macchina, perchè prima ne avevo presa un'altra touchscreen che però non mi soddisfaceva, ma alla fine ce l'ho fatta.
a Tokyo abbiamo cambiato 3 ostelli, tutti nella zona di Asakusa prima il sakura house, poi il mio primo capsule hotel, e poi una guest house che costa meno delle altre e infatti era meno carina.
nel secondo ostello avevamo una stanza doppia solo per noi, solo che i muri sono di cartone e quindi si vede la luce del corridoio nelle feritoie e la mattina si sente qualunque cosa succeda fuori.
poi ci hanno spostato nel dormitorio comune, che è stranamente una specie di capsule hotel.. però di legno, o meglio, compensato.
dopo quello un altro stanzone comune con letti a castello in ferro.
poi ce ne siamo andati perchè abbiamo trovato di meglio.
una casetta tradizionale freddissima ma poco costosa, ci siamo rimasti tipo 3 giorni, poi siamo partiti perchè finalmente olly ha risolto la sua crisi esistenziale.
tokyo è sempre un casino indecente..
è difficile persino da spiegare.
comunque abbiamo avuto la conferma che in corea è un paradiso e che volendo mi posso fermare a insegnare inglese facilmente.
anche se preferirei fare la stagione sull'oceano pacifico, vuoi mettere!?
allora, riprendendo il discorso della partenza: scesi alla metro di Yoga e dopo un pezzo a piedi ci siamo posizionati davanti all'entrata dell'autostrada, destinazione Hakone.
perchè io volevo andare ad un onsen particolare, al quale poi non siamo andati..
45 minuti dopo, con una bottiglia d'acqua regalata da un passante, siamo stati caricati da una coppia di giapponesi, "Chuck" e "boh", dopo il viaggio in autostrada ci lasciano a Gotemba, una città con un autlet.. nient'altro.
lasciato l'autlet torniamo in città a piedi, sorpresi dalla notte siamo costretti a prendere l'autobus fino alla nostra destinazione, l'ostello è pieno, l'ostello più costoso è pieno, ma conosce un Ryokan che ha posto, 5000 fottutissimi yen a notte.
dopo la nostra bella e costosissima notte con i nostri yukata da frocetti ripartiamo a piedi per moto-hakone, il posto dove voglio andare è un onsen pieno di vasche stupide, ma non ci andiamo perchè non so dov'è esattamente ed è come cercare un ristorante in provincia di como, senza sapere in quale paese è, insomma a caso.
andiamo a mangiare in un ristorante specializzato in gyoza nel mezzo di un villaggio sperduto e poi ripartiamo per Odawara perchè nel villaggio sperduto è impossibile trovare il passaggio, arrivati guardiamo l'oceano giapponese e il castello.
ripartiamo in autostop e veniamo riportati immancabilmente a Gotemba, di nuovo.
riusciamo a trovare un passaggio stupendo da due ragazze, ぜんぜん違う (ZenzenChigau)e 嘘ばっかり(UsoBakkari), su una decappottabile fino a Nagoya.
Nagoya è una città piena di edifici e monumenti attorcigliati su sè stessi, chissà perchè.
siamo arrivati la notte e l'ostello era già chiuso, siamo quindi stati costretti a farci a piedi la città fino alla banca internazionale, una volta prelevato il mondo ha riacquistato colori e profumi.
forti del potere dei soldi siamo ripartiti per un capsule hotel.
il mattino dopo siamo andati a prenotare l'ostello, che sembra più un residence, in un palazzo anonimo in mezzo ad altri palazzi anonimi.
visionato il bel castello, sono relativamente annoiato dai castelli giapponesi, sono tutti uguali, cambia solo il colore e la grandezza, nessuno stile diverso , né particolari piantine, ponti levatoi, qualunque cosa!
poi il brutto è che sono quasi tutti stati ricostruiti o comunque "ristrutturati", il che significa che l'interno è un museo sempre uguale con la storia di quella famiglia, qualche catana e scarabocchi..
insomma, basta castelli. e basta templi.
a Nagoya usciamo a cenare con un ragazzino che era in camera nostra, 15 anni, ha appena finito le medie per passare alle superiori, in giappone si va a scuola tutto l'anno, hanno solo 1 mese d'estate e quindi algi inizi di aprile c'è il cambio di classe, nel suo caso ha una settimana di vacanza prima di andare alle superiori, il che vuol dire ragazze in minigonna, bullismo ed incredibili avventure sotto sugli argini dei fiumi, a Tokyo, ma nel paese in cui è nato lui hanno la gonna lunga e quindi niente divertimento, viene da un paesino vicino Nagoya, Yamanashi dove non c'è praticamente nulla, e questo era il suo primo viaggio da solo fuori dalla sua città natale.
oltre a lui in camera nostra c'era un americano che è rimasto a Shikou, un isolotto relativamente sperduto, 4 anni per insegnare inglese. io non so se sia stato il restare là o era già così ma alternava momenti di incredibile lucidità a pazzia improvvisa, parlava da solo, a mezze parole e versetti. tipo gollum.
un'esperienza.
lasciata nagoya abbiamo trovato un passaggio nella direzione di Nara, il paese dei cervi, sperando di riuscire a salire in autostrada ci siamo appostati poco prima dell'entrata, un'ora dopo abbiamo deciso di percorrere la statale numero 1 a piedi fino a trovare un posto adatto, sceso il buio ci siamo fermati vicino ad un posto dove avremmo potuto eventualmente montare la tenda che ci hanno regalato.
olly si è inginocchiato per enfatizzare la nostra richiesta di un passaggio ed ha funzionato!
ci ha preso una famigliola in meno di un minuto e ci ha portato in un'area di servizio sulla statale.
lì abbiamo aspettato ancora un po' fino a quando non abbiamo trovato un impiegato che tornava a casa dalla famiglia e ci ha portato fino a Nara, un po' in periferia, ma sempre Nara, mangiati i gyoza in un ristorantino specializzato abbiamo preso l'autobus e siamo arrivati fino all'ostello, ed eccoci alla città dei cervi.
vanno in giro liberi ovunque, aspettano il verde per attraversare e vanno sempre in giro in cerca di cibo dai turisti, che glielo danno volentieri perchè sono renne.
da lì siamo ripartiti per Osaka, una città simile a Tokyo, solo più grande ma con meno gente in giro.
noi dormivamo in uno stadio. sì, uno stadio.
un bellissimo ostello incastonato in un piano dello stadio a sud, circondato da un parco pieno di gente che fa l'hanami e si allena in qualunque tipo di sport, o strumento musicale.
costava particolarmente poco e la fregatura era che le lenzuola si potevano esclusivamente affittare, e non era possibile dormire senza. il che portava il prezzo ad un livello normale.
lasciata Osaka ci ha preso su un impiegato che aveva voglia di chiacchierare perchè era stato ripreso al lavoro.
lui doveva andare a kobe, noi ad hiroshima, gentilmente gli abbiamo chiesto di lasciarci in un'area di sosta, lui ha chiamato un qualche numero per le informazioni chiedendo quale fosse la più grande, arrivati a destinazione, dopo averne viste 2 che erano secondo noi perfetti ci lasci in un'area veramente enorme, ma più per mangiare e andarsene che per riposare, e infatti dopo 5 ore di attesa avevamo perso la speranza.
proprio in quel momento una signora con un cane enorme ed ingestibile ci ha preso su e portati in salvo.
ci ha ospitati a casa sua per la notte, offerto postperitivo e colazione e accompagnato al Corvo Nero, il castello della sua città.
dopodiché ci ha portati in una via periferica per ripartire.
lì siamo stati raccolti da un padre di 2 figli più uno in arrivo 28enne che ci ha portato un po' più in là.
ricominciato l'autostop siamo stati presi da una famiglia di sole donne che, senza parlare, ci hanno lasciato 10 km più avanti.
da lì abbiamo camminato per un po' fino a trovare un posto adatto e lì ci ha caricato il nostro primo camion.
dice di averci preso perchè una volta aveva fatto autostop, e non era stato caricato. quando si dice l'esperienza.
ci lascia davanti al suo magazzino pieno di motorini da riparare per poi rivendere ai paesi poveri, qualunque cosa questo fignifichi.
lì faceva freddo, era ormari buoi e il nostro ebbiettivo era 117Km più avanti.
dopo un tentativo di mezz'ora abbiamo rinunciato e preso l'ultimo treno.
ed eccoci ad Hiroscima.
una bellissima città a misura d'uomo direi, ci sono i tram e i canali, e questo mi fa sentire un po' a casa.
c'è un silenzio come se camminassi in una stanza insonorizzata, e tutto è dedicato alla pace, la campana della pace, nel parco della pace, di fronte al museo della pace con il monumento alla pace e il duomo A, che sarebbe l'edificio che era al centro del perimetro che la bomba ha raso al suolo.
siamo in un ostello fantastico e poco costoso.
e dopodomani lasciamo il Giappone.
prima meta Corea, poi chissà.
questo post non mi soddisfa affatto e probabilmente lo cambierò.
per ora beccatevi questi detti
馬の耳に念仏: poesie ai cavalli
猫に小判: "fiorini" ai gatti
豚に真珠: perle ai porci
e questi scioglilingua:
隣の客はよく柿食う客だ: tonari no kyaku ha yoku kaki kuu kyaku da : il cliente vicino a me, è un cliente che mangia tanti cachi
隣の庭には鶏がいる: tonari no niwa ni wa niwatori ga iru: nel gardino del vicino c'è un pollo
東京特許許可局: tokyo tokkyo kyokakyo ku: ottenere un timpro all'ufficio centrale dei timbri di Tokyo
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